Lavinia Fontana

La prima pittrice del Papa

L'affascinante pittrice che ha saputo imporsi in un mondo maschile.

Lavinia Fontana nasce a Bologna nel 1552, figlia dell’allora noto artista Prospero Fontana.

Circondata fin da piccolissima da stimoli di carattere pittorico, non ci volle molto che la piccola Lavinia cominciasse ad intraprendere le orme del padre.

La notorietà di Prospero permise che la sua famiglia vivesse agiatamente circondata dalla classe più abbiente della città di Bologna. Lavinia non esitò a sfruttare questo vantaggio sociale per imporsi nel panorama cittadino come pittrice. La sua carriera inizia nella ritrattistica, soprattutto di nobildonne bolognesi.

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Lavinia Fontana, Ritratto della famiglia Maselli, c. 1565–1614

Il matrimonio d'altri tempi

In età adulta (25 anni), per il tempo già avanzata, si sposò con Giovan Paolo Zappi, pittore Imolese che per conquistare la mano della bellissima Lavinia dovette scenderne a patti: La Fontana infatti non avrebbe smesso la sua attività da pittrice.

Zappi riconoscendo che le doti e le capacità della moglie superavano di gran lunga le sue, decise di ritirarsi e di seguire la moglie nelle sue commesse, aiutandola ad ottenerne di altre e a costruire rapporti importanti nel panorama italiano.

Dopo la morte del padre di Lei la famiglia di Lavinia si trasferì a Roma dove ricevette le prime importanti commesse Papali.

Nonostante la mole di lavoro che la pittrice si ritrovò tra le mani non venne mai meno al suo ruolo in famiglia, dando alla luce undici figli dei quali, però, solo tre superarono la tenera età.

La fama non faceva che crescere e il suo nome veniva spesso sostituito dal titolo che l’elite romana usava per riferirsi alla Fontana: Pontificia pittrice.

La Dea artista nel mito

I soggetti di Lavinia Fontana spaziano molto rispetto agli artisti a lei contemporanei, Lavinia dipingeva dame, soggetti sia cristiani che della mitologia pagana.

L’artista viene ricordata dalle fonti dell’epoca come una donna bellissima in grado di relazionarsi con uomini ricchi e potenti. Era sicuramente una personalità affascinante, una donna che faceva parlare di sé, per la sua bellezza ma soprattutto per il suo enorme talento artistico.

Nella sua vita a Roma non mancarono di certo le commesse private, le più famose sicuramente sono quelle di Scipione Borghese e in particolare la sua Minerva in atto di abbigliarsi, maestosa tela (260 x 190) dipinta nel 1613, anno precedente alla morte di Lavinia.

La Dea viene rappresentata con le fattezze di una Venere, una giovane donna nuda dal viso tenero e la carnagione chiara. Gli elementi che ci riconducono alla figura di Minerva sono la sua armatura, che poggia sul pavimento, e la civetta sull’olivo fuori dalla finestra (i due simboli iconici della dea). Questo quadro inoltre si può leggere come un’allegoria della stessa pittrice. La volontà di rappresentare la dea della guerra nuda, senza armatura e con l’intento di mettersi una veste da camera può essere vista come un’allusione alla donna forte e in carriera in armonia con la sua quotidianità più intima (ricordando che Lavinia Fontana fu la prima donna a ricevere commesse papali e tutto ciò senza rinunciare al suo ruolo in famiglia). Un’altro dettaglio che porta molti a pensare che la pittrice avesse preso spunto da se stessa per il soggetto di Minerva è l’incredibile somiglianza tra il volto di Minerva e quello di Lavinia confrontabili attraverso i numerosi autoritratti. 

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Lavinia Fontana, Autoritratto, 1579

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Lavinia Fontana, Minerva in atto di abbigliarsi, 1613

Il dipinto risiede ancora oggi in Villa Borghese dove recentemente è stato sottoposto ad un importante intervento di restauro che ha rivelato importantissimi dettagli prima sconosciuti.

Il restauro ha liberato gli strati di colore originali dando così respiro al delicatissimo incarnato originale, ma il dettaglio più importante è la data di composizione dell’opera che fino a prima del restauro è stata datata al 1603. 

Lavinia Fontana è stata sicuramente una grande artista in grado di imporsi nel panorama internazionale dell’epoca ma soprattutto è stata una “guerriera” (come la sua Minerva) che nonostante i pregiudizi dell’epoca è riuscita a costruirsi una carriera in un ambiente di retaggio sicuramente maschilista aprendo di fatto la strada a tutte le donne che in futuro approcceranno la carriera di artista.

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