RE Genesis: Oltre le tenebre
Primo giorno
La prima di sette
Da venerdì 18 marzo si è aperto al museo diocesano di Vicenza un ciclo di sette mostre che occupano un arco di due anni e mezzo. Il titolo è RE-GENESIS e verrà interamente curato da Sandro Orlandi Stagl e Chiara Franceschini.
L’idea di RE Genesis nasce nel 2021 da un progetto omonimo che include gli artisti del movimento “Arte Etica” e due special guest che esibiranno i loro lavori in bi-personali seguendo il tema della creazione del Mondo secondo lo schema biblico dei “sette giorni”.

Un piccolo pensiero va speso per il titolo, RE Genesis. Letteralmente significa “Seconda origine” infatti il progetto nasce nel post-pandemia da“covid 19”. La volontà di 14 artisti di mettersi in gioco per creare una poetica rinascita della “vita” attraverso il linguaggio dell’arte, farà da filo conduttore per tutto il ciclo delle sette mostre.
I primi due protagonisti sono Julia Bornefeld e Marco Gradi che sfideranno il tema del Primo giorno: “Oltre le tenebre”.
In principio le tenebre ricoprivano l’abisso, il nulla e Dio disse “sia la luce” e la luce fu. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte.Julia e Marco, separando la luce dalle tenebre, hanno dato forma alle loro visioni ai loro turbamenti e hanno ricreato immagini nuove e stimolanti. Sono andati oltre…
Queste sono le parole del curatore Sandro Orlandi Stagl con le quali vuole prepararci a ciò che ci aspetterà nel percorso della mostra.
Gli artisti
Julia Bornefeld classe 1963 e nata in Germania è figlia dell’accademia di Venezia di Vedova e dell’ Akademija Likovna Umjetnost a Lubiana.
La Bornefeld è sicuramente un’artista poliedrica che si distingue per l’uso di diversi media e diversi approcci artistici. La voglia di raccontare la storia, il potere, i vincoli, la relazione tra uomo e donna e le ambivalenze delle relazioni sociali portano l’artista a cimentarsi in opere dal significato poetico e visivo molto forte, suo imprescindibile marchio.
Marco Gradi nato nel 1955 a Mantova, si laurea all’accademia di Bologna in Pittura e inizia la sua carriera nel 1979 con la sua prima personale. Oltre al suo lavoro di artista Gradi si occupa anche di studio dell’arte pittorica del passato, dalle strutture dei pigmenti alla stratigrafia.
Nel 2004 fonda la rivista “La tenda rossa” distribuita in Italia da Feltrinelli.

I temi trattati principalmente dagli artisti vertono sulle conseguenze delle nostre azioni e delle nostre relazioni.
Proprio attraverso la scelta dei materiali usati per le opere emergono i temi dominanti. Il catrame e il carbone per Marco mettono l’accento sui problemi legati all’inquinamento da combustibili fossili, la gomma e l’acciaio per Julia, come materiali mutevoli accomunano le nostre anime e i nostri rapporti con gli altri.

L’esposizione museale, si estende principalmente nella sala delle mostre temporanee, al primo piano del palazzo Vescovile. Non manca però il dialogo con le opere più antiche del museo.
L’uovo all’ingresso, simbolo del Diocesano di Vicenza viene subito seguito dall’opera di Julia Bornefeld Black Swan, un enorme uovo piumato simbolo di fecondità e di vita.
Nella sala dei reperti classici, invece, troviamo le colonne incatramate di Marco Gradi intitolate “Entropia, Utopia, Distopia”.
Per tutto il percorso museale rimane la voglia di trovare le opere contemporanee dei due artisti in mostra creando una sorta di tensione enigmatica prima di varcare il portone della sala delle temporanee. Racchiude più di venti opere, tra statue, dipinti e installazioni, in armonia tra loro per raccontare, in chiave moderna, il primo passo verso la creazione del mondo, separando la luce dalle tenebre.
… Marco, mostrandoci i danni all’ambiente conseguenti ad un contradditorio progresso, ci porta a riflettere sul rispetto e l’amore per la natura; Julia, portando alla luce l’ambivalenza dei rapporti umani, ci invita ad apprezzare le sensibilità delle persone, nella varietà delle culture. Sandro Orlandi Stagl